
Nella città di Zwillinga, la prosperità e l’innovazione sono garantite da un patto tra la popolazione e l’Anfisbena, una potente creatura serpentiforme a due teste, legata al territorio circostante e in grado di percepire qualunque cosa accada, che in cambio dei suoi doni chiede il sacrificio periodico di due gemelle di due anni.
Un essere che, invecchiando, sta perdendo il controllo e la ragione.
Due sorelle gemelle, Gardìla e Hedrya, sfuggite al rituale grazie al sacrificio della madre e cresciute a Mirabilia, città tecnologica abitata da umani e automi, si ritrovano a Zwillinga appena adulte.
Si troveranno a fare i conti con il loro retaggio, che non solo le vede nipoti della portavoce dell’Anfisbena, ma che le rende in grado di entrare in comunicazione con l’animale e quindi di indurne uno stato d’animo, con conseguenze dirette sulla città.
Sullo sfondo, l’automa Juleno muove le fila dei suoi piani per un rinnovamento epocale, così drastico e impensabile da essere considerato un crimine contro l’Anfisbena per chiunque ne venga a conoscenza.
Caratterizzata da una forte presenza di elementi alchemici e simbolici e con una connotazione mentalista e mistica, si sviluppa una trama complessa fatta di ambizioni, giochi di potere, controllo sociale e mentale e ricerca dell’identità.
Lo stile veloce e i rapidi cambi di scena impongono una lettura attenta e continuativa, per tenere il filo complessivo di una vicenda politica giocata a tavolino, tra pochi personaggi, in pochi ambienti descritti sommariamente, che sottolineano l’importanza narrativa delle relazioni.
Si tratta di un testo ricco di dialoghi e di metodi di comunicazione inconsueti (visioni, telepatia ecc.), con poca azione diretta, che in molti punti si presenta quasi come un copione teatrale.
Fatti, motivazioni e retroscena emergono gradualmente dai discorsi ed è così che conosciamo i personaggi, ma sempre un passo dietro al velo delle loro psiche e della loro personalità e, in generale, dietro lo schermo fumoso di una realtà oltre la percezione umana, che viene accennata e mai mostrata direttamente.
Elemento chiave della storia è, ovviamente, l’Anfisbena, che è sia motore delle vicende, sia personaggio essa stessa. Ci viene presentata come una sorta divinità incarnata, sebbene mortale e soggetta a sentimenti umani. Chiusa nel suo Antro osserva ovunque e chiunque nel suo dominio, da un suo capriccio dipende la salute di Zwillinga e i cittadini cercano negli eventi i presagi della sua collera e della sua benevolenza, mentre una manciata di sapienti, che l’hanno conosciuta più da vicino, ne conoscono il vero potere, ma anche i limiti.
Grazie alla sua influenza e alla sua guida autoritaria e personalistica, Zwillinga è diventata una città di potere, che porta in ogni aspetto tracce della sua leadership (le scaglie sono il motivo ornamentale più frequente), e che, proprio per questo personalismo autoritario, è ferma a dinamiche provinciali di vicinato, in cui si conoscono tutti, ma solo superficialmente e in cui l’influenza mentale dell’Anfisbena fa sì che non ci si possa fidare veramente di nessuno.
Da questo status prende le mosse il contrasto con la vicina città di Mirabilia, la lotta ideologica tra il potere mistico dell’Anfisbena donato dall’alto e la libertà tecnologica conquistata dal basso dagli automi; due città simbolo di due modi diversi di concepire l’esistenza, ma anche due destini segnati dall’immancabile seppure lentissimo declino e dall’illusione di immortalità ed eternità.

Il tema trattato è quello delle eroine perseguitate e salvate da un destino tragico in vista di uno scopo più grande.
Il messaggio della storia è che certe tradizioni cruente possono essere fermate attraverso il coraggio di persone in apparenza innocue, come una telegrafista o una sarta: certi poteri non sono l’appannaggio esclusivo di maghi e sciamani veri e propri.
Quindi, il Lettore ne trae questa morale: mai arrendersi davanti alle difficoltà.
La cover l’ha realizzata una bravissima illustratrice di Sàga Edizioni.
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