
Sei già qui. La sveglia non ha suonato
per gridarti in faccia che sei al mondo
anche oggi, anche se senti un po’
di più la solitudine.
È bastato un attimo per passare
da vaporose foschie oniriche
alla gelida certezza dei sensi,
ai brutali ricordi.
Un attimo per scoprirsi a tremare
nell’esegesi odierna della perdita.
Lo sai già. Senza alcuna volontà
di scoprire se è vero.
Quel dolore acuto è soltanto tuo
tu custodiscilo, perché è prezioso
quanto il dono di un lume o una bugia
nelle notti d’inverno.
Passerà. Una lama d’osso lo sterno
con inciso il suo nome “abbandono”
dà potere sul demone evocato
da igerenze casuali
tra la vita e l’eterno.
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