
Ancora oggi, la tiziologia – la scienza che studia i tizi e la loro storia – non si spiega come mai i tizi siano diffusi su quasi tutto AstraMondo.
Una leggenda racconta che una volta tutti i tizi affrontarono insieme il più grande e cattivo dei geni elementali, Tempesta, che li spazzò via tutti. Li prese e li gettò dove capitava, con lo scopo di liberarsi per sempre di questi esserini (per lui) fastidiosi, ma le cose andarono all’opposto, perché ovunque capitarono, i tizi cercarono loro simili e insieme o anche da soli costruivano cose, aprivano strade, studiavano la natura, facevano amicizia o litigavano con le altre creature e facevano cose belle e cose brutte.
Dove non trovavano cibo e riparo, se ne andavano altrove, ma dove li trovavano invece si fermavano, nascevano famiglie e dalle famiglie delle comunità piccole o grandi, con le loro caratteristiche specifiche che li distinguevano dalle altre. Le differenze più evidenti erano quelle fisiche, perciò iniziarono a chiamarsi tizi Lunghi, tizi Secchi, tizi Tozzi, tizi Cupi e così via. Altra differenza consistevano nello stile di vita, infatti c’era chi costruiva case in pietra e pozzi, chi invece viveva dentro tende e si spostava in continuazione, chi viveva di pesca, chi coltivando la terra. Così, come era normale che accadesse, i nomadi incontravano le palizzate, i cittadini incontravano le comunità dei boschi, i cacciatori incontravano eremiti isolati sulle più alte montagne e gli eremiti si imbattevano in viaggiatori sperduti o che li stavano proprio cercando.
Accadde proprio che un cercatore trovò l’eremita che aveva fama di essere il tizio più saggio che ci fosse. Poiché il cercatore aveva viaggiato molto e visitato tutte le comunità dei tizi e aveva visto quanto erano diverse l’una dall’altra, chiese:
“Oh, grande saggio, riusciremo mai ad abbracciarci tutti?”
L’eremità guardò il panorama sconfinato dall’alto della vetta su cui viveva e rispose.
“Sì. Basta che ci mettiamo tutti vicini vicini. Ma poi che facciamo?”
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