
Ci troviamo di fronte a una lettura fresca e agile, per la lunghezza, lo stile e l’organizzazione dei capitoli, che si presenta con l’onestà intellettuale di un’opera di intrattenimento avventuroso e scenografico, ma anche come una storia di crescita individuale all’interno della società, che punta sull’importanza della collaborazione e della cooperazione più che sullo scioglimento razionale dei nodi narrativi.
Un libro fantasy che ammicca tanto alle saghe classiche, nella gestione dei rapporti dei componenti del party, tanto alle più recenti serie animate e fumettistiche per ragazzi.
La predestinazione, la volontà e lo sviluppo del proprio potenziale sono gli elementi umani su cui si edifica la storia dei protagonisti all’interno di una trama scandita da perdite, ritrovamenti e mistero, in primis l’identità dei loro nemici.
Come ogni avventura in cui è presente un mistero, anche questa non prescinde da un viaggio di ricerca che, rifacendosi alle epopee dell’antichità, è la ricerca di un simbolo attraverso l’elemento magico e i compagni di viaggio, ma è anche ricerca esplicita e reciproca di sé stessi e del proprio posto in mezzo agli altri.
Alcune situazioni e alcuni passaggi relazionali sembrano risolversi in maniera un po’ frettolosa, pressati da un susseguirsi di episodi costituenti la narrazione stessa, sfaccettata attraverso il passaggio di punto di vista dei numerosi protagonisti, il cui inserimento frequente, assieme alle piccole rivelazione sapientemente dosate, garantiscono comunque il mantenimento di un’attenzione costante.
Si tratta del capitolo iniziale di quella che ha tutte le caratteristiche per diventare una saga fantasy ad ampio spettro, sostenuta da un world-building complesso. Questa prima parte si conclude con una rivelazione che risponde a una delle grandi domande che sorgono dalla lettura, ma che introduce dubbi altrettanto profondi, a cui presumibilmente daranno soddisfazione volumi successivi.
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