Il silenzio della ragione

Tutto è nulla senza qualcosa

Voglio liberarmi dal peccato
Di un passo oltre la linea gialla
Nel campo minato del giudizio
Esplodere per poi riprodurmi
Da milioni di frammenti di me
Saltare in aria per riproporre
A turno la caduta e l’ascesa
L’apocalisse con la salvezza
D’un io che rifiuta la coscienza
D’un collettivo che si ritrova
Nell’esclusione dei casi limite
C’è bisogno di aprire le gabbie
Ad un elemento incontrollabile
La voce soppressa del delirio
Il germe inattivo del rimedio
omeopatico per la follia
Dove si attua la libertà estrema
In quel fluire incomprensibile
Ma presente, rinasce la critica
A una felicità normativa
A una verità che è già scritta
Ma è solo scritta, e il potere
è solo lettura ad alta voce
Delle glosse d’una retro-logica
Nel gioco dell’utile passivo
Ho tirato un dado e ho fatto zero
Arsenali colmi di saggezza
Temono un giovane paradosso
Armato di fionda e di ironia
Re nudo di uno stato canaglia
Tra il pensiero e ogni alternativa
Cerco quel confine al cui avamposto
Il senso non saprebbe che farsene
di un mero rapporto causa-effetto
Dopo cui, prima della parola
Tutto è potenziale dialogo
Cerco il silenzio della ragione
Il vuoto dentro le mie parole
Dove non c’è più nulla da dire

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