Ad ogni naufragio sarò con te, di Max Ponte

“Saremo rapidi parole-saette”

L’autore non millanta nulla, né si culla nell’autocompiacimento di un motto erudito senza contraddittorio.

Le parole arrivano come saette, abbagliano, scuotono, lasciano storditi e incerti su quello a cui si è appena assistito, senza preoccuparsi di un’immediata intellegibilità del testo.

Non si tratta di poesie regalate, bisogna conquistarle, con accezione territoriale, a volte, invadendo campi vicini, ma rimasti finora al di là di confini mentali ben delimitati, ma anche romantica, prodigandosi in un corteggiamento lento e rispettoso.

La ripetizione e l’enumerazione, d’altronde, sono un po’ la cifra stilistica di quest’opera, assieme all’accostamento di lemmi forbiti e arcaicismi con locuzioni quotidiane e gergali.

Gli accoppiamenti arditi soggetto/attributo, fanno il paio con l’utilizzo di luoghi, cose e situazioni identificabili per nome, per sostenere contenuti elevati e di fine teoria emotiva, in cui il rimando a mondo distanti nell’immaginario collettivo è funzionale al riconoscimento da parte del lettore di stati d’animo altrimenti indescrivibili nella scelta di essenzialità narrativa, scarna di similitudini e paragoni espliciti.

Nei giochi lessicali, in cui il messaggio è contenuto tanto dal senso quanto dall’effetto fonetico della concatenazione di parole e dalla struttura strofica, si ravvisano tutti i gradi di scostamento dalla dignità umana.
Il titolo “Ad ogni naufragio sarò con te” non è solo la promessa dubbia e la rassicurazione verso una persona amata, ma anche un’inevitabile sentenza emessa dalla poesia stessa all’autore e al lettore di essere un modello di discernimento nell’abbandono, nella perdita totale di sicurezze.

Non è un vanto, vago quanto inutile, di essere un elemento salvifico; la poesia, qui, fa fede alla premessa e si fa compagna di strada quando la strada è persa, sia metaforicamente, in assenza di punti di riferimento, sia fisicamente, nella mancanza di un percorso chiaramente tracciato.

Compagna, portavoce, o causa della crisi interiore che, etimologicamente, introduce un momento di decisione, di scelta radicale.

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