Calce e fiamma, di Mauro Nasi

“La meglio gioventù annientata senza uno scopo, senza un motivo. Ogni giorno che passa, una spina che penetra e affonda nel cuore”

Questa è una storia vera. Vera sotto molti punti di vista.
Quello storico, innanzi tutto, perché è un romanzo in cui la narrazione e l’azione si integrano perfettamente con la ricostruzione fedele degli ambienti e delle situazioni.
Quello emotivo, poi, i pensieri di Mario e le sue reazioni sono le nostre. Non è un eroe, è un uomo ordinario con dei principi morali che gli fanno vivere tutto il dramma della guerra e della prigionia, ma in maniera pragmatica, pensando alla sopravvivenza e non solo la sua, ma alla sopravvivenza di un sentimento di umanità che rischia di essere schiacciato dell’orrore e dalle avversità.
Si tratta di un romanzo snello, agile, in grado di riportare i fatti con accuratezza giornalistica e di calarli in un percorso narrativo avventuroso e romantico.
Da subito ci si immedesima nel protagonista, nella sua capacità di salvarsi grazie alla prontezza di spirito, l’ingegno, la capacità di adattamento, ma anche grazie al ricordo dell’amore da cui è stato strappato. Tutte qualità che utilizza per fare gruppo, quindi non solo per resistere, ma per creare resistenza attorno a sé.

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