Il vero oro nero, di Marco Di Nicola

“Un uccello è fermo in aria, come in una fotografia, sfruttando il supporto invisibile che il vento offre al suo corpo. Vorrei saper affrontare la vita con metà della bravura che lui dimostra in quel piccolo spazio celeste.”

Quali direzione prende la nostra vita in assenza di punti di riferimento stabili?

Sembra palesarsi solo alla fine, questa domanda, ma col senno di poi la si può riconoscere come il cardine delle vicende dell’intero libro.

Punti di riferimento che non ci sono mai stati, che si perdono e a volte si ritrovano e a volte no.

Tutte cose che accompagnano la vita di ognuno di noi e anche del protagonista, uno spaccato di vita ordinaria, dunque, raccontato con disinvoltura, umorismo e talvolta goliardia, ricordando costantemente al lettore che la vita può far ridere, ma anche piangere e se ride può ridere con noi o può ridere di noi.

Questa è la storia di un ragazzo, un adulto, che fatica a essere uomo, nascondendo dietro una facciata di ironia e di cinismo tanto la sua paura, quanto il suo coraggio.

Non il coraggio di cambiare o di stravolgere la propria esistenza, il libro sembra dirci che il coraggio non c’entra nulla, a volte siamo coraggiosi, a volte codardi, senza perdere per questo un briciolo di identità personale. No, la riflessione è tutta su quella nicchia che ci creiamo e in cui decidiamo di abitare, in cui il dolore è sopportabile, la paura è affrontabile, la noia è tollerabile e la solitudine evitabile a momenti.

Lì, dove è più facile ignorare la domanda “che senso ha?”

Un dubbio che il protagonista non si pone mai direttamente, l’abilità dell’autore, infatti, ci consente di conoscerlo attraverso i suoi non detti. Troviamo così un uomo generoso (alla fine sì), che come tutti ha paura di stare solo, ma ancora di più di essere in finta compagnia, che scopre con discrezione e imbarazzo l’umanità intera dietro le singole persone, ma che si riscopre parte di quella stessa umanità solo quando si guarda indietro a guardare quello che ormai è già successo.

“Perdere persino la sicurezza di essere sbagliati, sarebbe veramente troppo per degli esseri umani spaventati dalla vita”

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