Storia di un perché, di Dab Ray (La Strada per Babilonia)

“Nulla. Nulla può contro il mio unico pensiero. Anche se magari il mio pensiero adesso dorme nel suo letto… Ok, il gioco delle bugie lo facciamo un’altra volta!”

Un libro, tante storie.
Le storie di tante vite legate al trascorso antico o recente dei luoghi descritti, raccontate come violenti sprazzi di consapevolezza di uno smemorato che non ricorda la sua vita passata, ma è grato della sua vita presente fatta di amore, amicizia e relazioni umane.
Ma anche le storie personali raccontate dal protagonista narratore al comparire in scena dei vari personaggi. Presentazioni efficaci per individuare in senso principale del testo nel fattore umano, legato a una ricerca emotiva e a una forma di escatologica privata in cui tutti i lettori si possono riconoscere.
Storie di affetto reciproco, perché nonostante non abbia nulla e rischi di perdere quello che ha, il protagonista è un uomo fortunato per chi ha attorno.
Che ci fosse un mistero lo sapevamo, tanto per cominciare l’identitàdel protagonista e le sue visioni, ma che fosse un giallo o un thriller è la sorpresa che arriva a metà
Dopo investigazioni, rincorse di senso, indovinelli, false piste, scintille d’intuizione, sospetti, forse scopriamo che non è neanche un giallo è che il mistero è ancora più profondo
Il finale, denso, allegorico, introduce alla necessità di leggere tutta la Teiskele letteraria, e ha la capacità di non lasciare linee aperte sulle vicende narrate e di chiudere il cerchio sugli accenni più curiosi e fantastici seminati in vari punti del libro.

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