I diari fasciocomunisti, di Arsenio Siani

L’unica cosa certa, in questo libro, è che nel leggerlo prendiamo la strada che l’autore vuole farci prendere e solo alla fine vediamo i personaggi per quello che realmente sono
Infatti, qui il mistero sui morti è molto meno rilevante dei segreti legati ai vivi che attorno ai cadaveri si ricorrono e ne analizzano le tracce
Persone singole e come corpo sociale, vengono eviscerate dalla storia e diventano veicolo di divinazione verso la memoria di un futuro drammaticamente possibile
Dice l’indicibile attraverso la forma del diario. Due diari, a motivare in apparenza la morte di ogni vittima, in contraddizione tra loro, veri e falsi allo stesso tempo, per loro natura ontologica, confessioni intime molto simili a pensieri spontanei
Quando nella sospensione dell’incredulità si arriva all’immedesimazione con i redattore, quei pensieri di bruta banalità si trovano nella nostra testa. Non ce li ha messi l’autore, erano già lì, latenti, giustamente rifiutati, inaccettabili, eppure presenti all’appello
Oppure pensieri ideali, elevatissimi, lasciati ad altri nella loro radicalità, scomodi perché non impossibili, non destinati agli eroi, ma alle persone comuni mosse all’azione
Sottoposti al bombardamento di questi pensieri, alla domanda da giallo “chi è l’assassino?” si rimane da soli in una stanza di interrogatorio, nascosto dietro una vaga presunzione d’innocenza, forse il ricordo di un alibi, che decade all’istante nel dubbio sulla propria reale identità
Cambi inattesi di prospettiva accelerano il processo e lo travolgono con sospetti e sospettati che cadono senza preavviso, eliminati senza pietà dalla trama e dai giochi, in cui per altro non manca l’azione, oltre al mistero, l’ironia e la critica sociale
Uno stile rischioso ma accattivante, quello di coprire e rivelare il giusto per nutrire l’ego del lettore solo per farlo inciampare una pagina dopo nelle sue stesse intuizioni
Così come è pericoloso, ma indubbiamente efficace, nascondere nel testo un terzo diario, sollecitandone la ricerca con studiati e spiazzanti rimandi metatestuali
Un terzo diario: quello dello scrittore, non un memoriale, ma, se vogliamo, un testamento morale e intellettuale in itinere

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