
Quello che riesce a fare Claudia in questo libro è incredibile.
Io, da scribacchino incallito, ho sempre buttato su carta un po’ di tutto, ma tutto a suo tempo e tutto a suo modo. Qui la narrativa, qua il teatro, lì la poesia e via dicendo.
Nei tre volti di Ecate, questa separazione non si coglie. È un romanzo, certo, senza dubbio, ma è anche un’elegia, un sonetto, un dramma, un diario. È la confessione d’innocenza di un anima discreta e devota nel boato della perdizione umana.
I tre volti di Ecate sono i volti che ci chiede di avere Claudia mentre leggiamo il suo dono per la nostra memoria.
Quello del lettore, curioso, attento e impietoso.
Quello dell’uomo, dalle cui esperienze rilette attraverso gli occhi di Adele germina la pietà.
L’ultimo, quello velato, quello dietro a molte maschere, forse è il volto di un dio o di una dea che smette di guardarci quando ce ne accorgiamo e simula indifferenza mentre con una lacrima bagna il nostro angolo di mondo.
“La memoria, che bene prezioso Loris, che privilegio e responsabilità nel custodire scorci di vita passata…”
Mi diceva proprio ieri Claudia.
Ora la memoria della grande Storia, con la s maiuscola, e della piccola storia di Adele, è anche una mia responsabilità.
Non solo perché rievoca fatti e vicende che è bene non dimenticare. E non importa neanche se la sua storia non è mai avvenuta, perché è la storia di tante e di tanti, di tutti probabilmente. La storia di chi ha sofferto e porta su di sé questa sofferenza come un marchio indelebile.
Come una cicatrice sulla fronte, la sofferenza della singola persona è insignificante, vergognosa, mai gloriosa, mai giusta e si può dissimulare solo sotto un trucco elaborato.
Allora quanto è sbagliata quest’opera che parla degli abissi umani quotidiani attraverso le labbra a bocciolo di una ragazzetta inesistente?
Come si permette, questo romanzetto, di rivelare con semplicità e onestà quello che secoli di costrutti sociali hanno condannato alla scelta: nascosto o lapidato?
Si può piangere, leggendo I tre volti di Ecate, ma fate attenzione che le lacrime salate non cancellino l’amaro che vi rimane in bocca dopo ogni capitolo, perché è il sapore autentico e difficile da apprezzare delle relazioni che legano ogni essere umano all’altro.
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