
Il mondo brucia
Non me ne ero neanche reso conto
Lo osservo in fiamme di là dalla soglia
Arde tra le vampe della sfiducia,
di contraddittori senza confronto
Consuma una foresta ormai spoglia
Bruciano città cinte da fossati
e fortezze di re senza domini
Si alzano roghi nel gelo che avanza
Piccoli o grandi incendi isolati
consumano chiunque si avvicini
nel furor cieco della noncuranza
Trema la mano che regge la porta
a causa del freddo dei compromessi
stipulati col vuoto che verrà
Per l’ombra umana riarsa e distorta
impressa al muro di nuovi recessi
di carità
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