
Prenderò una parte di ciò che sei,
sineddoche o metonimia capace
d’essere, dentro me, la tua icona
Figura emblematica di colei
che tutto sa, di tutto, tutto tace,
tutto mostra. Mi assorbe, mi ossessiona
Così, nel mio ego infranto, ti ho presa
e messa al muro, forma silenziosa,
e tu in silenzio mi costringi a scrivere
il contesto: “sei ancora in attesa”
la domanda: “ma in attesa di cosa?”
ed il punto: “ricordati di vivere”
È possibile, da immagini infrante,
rifigurarsi come forma viva?
o il nostro intero è per sempre distrutto?
Ti guardo, tu che sei, in ogni istante,
sullo stesso fronte di prospettiva,
la sintesi d’ogni parte del tutto
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