
Acquistai questo volume appena uscito, così, per sostenere nel durissimo cammino artistico-commerciale un giovane autore che per traverse vie teatrali avevo conosciuto e stimato di persona.
Poi ho letto questo fumetto, ho ripensato alla motivazione di cui sopra, e mi sono sentito un coglione.
Eh sì, perché “La Bufera” esprime una maturità, soprattutto umana, ma anche artistica, difficilmente rintracciabile in autori agli esordi e opere autoprodotte.
Nel bianco opprimente da cui non sembra esserci esserci scampo, nel vuoto delle relazioni, nell’assenza di comunicazione, nella solitudine della tormenta che cancella le tracce e seppellisce gli individui, si dipana una storia familiare avventurosa e lineare, che viene narrata per immagini ed emozioni, senza bisogno di orpelli letterari.
Una storia di fiducia, sacrifici, memoria e innata speranza che mi ha toccato un nervo esposto dell’anima.
Dalla prima volta, non ho più riletto “La Bufera” e credo vada bene così, è una di quelle piccole opere che ti feriscono con la loro autenticità e che devi accettare di portarti addosso come una cicatrice.
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