Erano i morsi

Sei gentile con tutti, come riesci
a farlo? Dopo quello che hai subìto
dagli altri, le delusioni, i torti,
sorridi e credi ancora nei rovesci
sviluppi del tuo orgoglio tradito,
vuoi credere negli uomini e sopporti.

Il mio orgoglio, invece, brucia
l’istante in una vampata
nera di urla e di fiele.
Ho atterrito la fiducia
come una bestia umiliata,
comunque sempre fedele.

Le fitte che provai quando ti scorsi
non erano pugnalate alla schienale tue mani mai portarono lame,
erano carezze – erano i morsi
di un cane abbandonato alla catena
che lotta per non morire di fame.

Lo stesso che ancora teme
ch’io non torni, quando esco
trema e guaisce, percosso.
Credi, facciamolo insieme,
perché da solo non riesco.
Se tu hai fiducia, anch’io posso.

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