È solo un altro giorno come tanti
in questa assurda vita pendolare,
di treni persi per pochi minuti
Un altro modo per stare seduti
in silenzio e lasciarsi trasportare
Un altro modo per andare avanti
Attraverso relazioni contorte
od occasionali incontri di viaggio
dai due lati opposti d’un finestrino
Gente che s’appressa più da vicino
solamente per trovarsi in vantaggio
nel momento in cui s’aprono le porte
Una corsa per salire a bordo e poi,
forse, una falsa partenza in orario
malgrado tutta l’umana zavorra
Mi chiedo se davvero il treno corra
o se invece non sia questo binario
a scivolare lento sotto di noi
sulla tratta dei diretti soppressi
qualcuno si scusa per il ritardo
senza alcun pentimento nella voce
Però a me sembra fin troppo veloce
il panorama che sfugge allo sguardo
scorrendo oltre i miei tratti riflessi
La voce annuncia, priva d’emozione,
che siamo a metà tra domani e ieri
nel viaggio di andata senza ritorno
E sogno un mondo che ci gira attorno
dove non siamo solo passeggeri,
siamo invece la prossima stazione
Com’è giusto, siamo arrivati al dunque
e ci sei tu ad attendermi all’arrivo
Sei qui e perciò ti voglio raccontare
di questa folle vita pendolare
del viaggio eterno durante cui vivo
della bellezza di un giorno qualunque
Commenta