Vedo le mie urla come delle onde
nell’aria sporca, far da sentinelle
per quello che ancora non accade.
Sento le mie paure più profonde;
le sento strisciare sotto la pelle.
Non sono pronto quando tutto cade.
Quando tutto crolla
e resta solo umana compassione.
Scoppia come una bolla di sapone,
la nostra certezza, come una bolla.
Strillo, grido a tutti di allontanarsi
di stringere le mani a un proprio simile
e dimenticare ogni malinteso.
Invece restano tutti lì, sparsi,
bloccati, soli di fronte all’ineludibile:
manichini sopra un ponte sospeso.
Il dubbio si espande,
dilaga come cerchi in uno stagno.
Chi ha la colpa? Chi ne trae guadagno?
Ma nessuno risponde alle domande.
Nessuno dà un senso alle intemperie
di una vita che non fa sconti.
Crollano i ponti.
Restano macerie.
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