Nello specchio osservi il tuo volto odierno
e la triste contezza che lo ispira
“Ti fai plasmare da un fattore esterno?”
sembra chiederti ancora “Qual è il perno
centrale su di cui il tornio gira?”
Presa durezza nel fuoco dell’ira
rifiuti d’essere una statua d’argilla,
priva di scopo, una cosa incompleta,
infranta dal dubbio che ti assilla:
“Contengo in me una divina scintilla
per il puro gusto di un alto esteta?”
Sei molto di più d’un vaso di creta
che si mantiene intero con affanno
per non versare quel vino pregiato.
Ma non cadere anche tu nell’inganno:
sei la forma che gli altri ti danno
e sei la creta con cui ti hanno plasmato.
Non vi è altro come te nel creato.
Cerchi i segni d’un artista fantasma
e invece è tua la mano che ti plasma.
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