Eravamo d’accordo quasi tutti
sull’idea che nessuno fosse uguale
C’erano i belli e c’erano i brutti.
E in questo non vedevamo alcun male.
“Amici, non è un problema d’aspetto.
Qui non è una questione di bellezza,
per Dio, ma di bontà!” disse l’eletto.
E iniziò a tirare una strana brezza.
“Se noi siamo i buoni” diceva il coro
“– Perché buoni noi lo siamo di certo –
i cattivi devono essere loro,
quelli passati dal portone aperto”.
Per prima cosa chiusero i portoni.
C’erano i buoni e c’erano i cattivi.
E i cattivi eran diversi dai buoni:
cattivi solamente perché vivi.
Poi decisero di fare una lista
in base al criterio della bontà.
Qualcuno diceva “è un punto di vista”,
ma era solo un punto di cecità.
Si chiedeva qualcun altro “Ancora?
Non impariamo mai niente? Ma come?”
“Preoccupati” rispondevano allora
“Che sulla lista non ci sia il tuo nome”.
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