Ora so dove finisce l’orgoglio

Ora so dove finisce l’orgoglio
e quanto poco vale.
Sfoglio
un vecchio giornale.

Il tempo l’ha scritto e poi distrutto.
Cosa vale di più?
Tutto.
Me l’hai insegnato tu.

Presi a pugni la tua statua una notte,
e ancora l’indomani.
Rotte.
Mi sono rotto le mani.

Credevi che io avessi un piano in mente.
Lo vedi cosa ho in mano?
Niente.
Questo è il grande piano.

Credevi che la vita migliora
ogni ora che viene.
Ora
è questo il mio bene.

Di quella speranza che non vidi,
puoi dirmi cosa resta?
Ridi,
oggi è la tua festa.

Una risposta a "Ora so dove finisce l’orgoglio"

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  1. Ho visto mio padre in molte versioni: con la divisa e la barba appena fatta, con i pantaloncini da spiaggia e le ciabatte di plastica, con gli occhiali da sole e il cappello da cowboy, con gli occhiali da lettura e il cappello da muratore.
    Eppure questa è l’immagine che oggi per me sa più di “papà”.
    La fece il suo dottore quando, dopo una vita passata a diffidare dei medici, si è dovuto arrendere al fatto che il tempo passava anche per lui.
    Coglie molto del suo carattere: occhiali scuri, cappello, barba lunga.
    Lui quasi non si vede. Il naso non poteva nasconderlo.
    A volte il naso basta, a volte devi fartelo bastare. Quel naso, poi, è particolare. Il disegno non gli rende giustizia, ma oltre a essere di una certa portata ha una piccola gobba circa a metà della discesa. La “gobbetta” è un po’ un marchio di famiglia, è la stessa che ci portiamo dietro anche io e mia sorella. È un po’ presto per dire se dovranno portarsela dietro anche le nuovissime generazioni.
    In realtà non mi importa granché, perché se papà fosse qui oggi gli direi che il naso non mi basta e gli direi di togliersi il cappello e gli occhiali e di farsi la barba, non per sembrare più giovane (è da quando ho vent’anni che me ne danno quaranta…), ma per capire se è triste o felice, se è sereno o preoccupato.
    Ora so che mettersi un cappello nella speranza di prendere sulla propria testa la pioggia di tutti è uno sforzo eccessivo, per chiunque, anche per un papà invincibile.

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