Di lacrime e di polvere, il fango
riga il volto, scivola e fa il suo corso.
Piango, in segreto e in silenzio piango
ogni rammarico, ogni rimorso,
ogni chiodo piantato nella carne.
Sulle labbra riarse, solo d’un sorso
di rugiada ho bisogno, per parlarne,
aprirmi a chi, sapendomi incompleto,
non chieda altro. Non so che cosa farne
adesso di un altro sorso d’aceto
che impasta la lingua e brucia la gola.
Continuo ancora a piangere in segreto
poiché non basterà, se già non vola,
un ultimo, dolce, sorso d’assenzio
per far volare via un’anima sola.
Continuo ancora a piangere in silenzio.
Del trittico che non definirei triste ma drammatico, questa è sicuramente la più bella e intensa.
Ribadisco: ti apprezzo poeta!
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