Senza che ne valutiamo i costi
incidiamo profonde ferite
sulla pelle delle nostre vite,
ci urliamo contro dai fronti opposti
di un muro di rose, i cui gambi
intrecciati sono irti di spine.
È il presagio assurdo della fine
che spaventa, che ferisce entrambi.
Ci farà male strappare i rovi,
ma le mani offese e sanguinanti
tergeranno i molti, troppi pianti
offerti ai dolori vecchi e nuovi
di un cuore forte che non riposa,
di una mente stanca, ma irrequieta,
quando con l’animo del profeta
pianteremo ancora un’altra rosa.
Commenta