Pe dir claro mo ve dico:
de lagnanze già n’ho un plico,
multe scritte qual accusa
da chi sprezza e ‘nfine usa.
Una cassa di papiri
dirempita dalli viri
mai nomati e pur regnanti
ch’a pensar per tutti quanti
han pensato a core fino
d’aitar ogne cittadino,
sì ‘ntendendo ogne persona
fatta serva muta e prona
d’un giudicio sanza veto
de chi pria punta lo deto.
L’altro senso, più celato
è cacciare in chello lato
punto ‘l deto succitato
sanza rischio di reato
allo cive suprascritto.
Ecco ‘nvece ove lo mitto
lo meo deto biastimante:
tosto ‘n faccia all’accusante
Eo lo punto, sì l’ho fatto.
Son giullare, mica matto.
Commento:
Parlandovi chiaramente vi dico
che ho già ricevuto molte rimostranze,
molte scritte per accusarmi
da parte di chi disprezza ma trae beneficio da quello che faccio.
Una cassa di fogli
riempita da quelle persone
che nessuno a chiamato eppure comandano,
che a forza di imporre il loro pensiero
hanno pensato “gentilmente”
di aiutare ogni cittadino,
intendendo però solo le persone
che obbediscono in silenzio al serizio
del volere senza oppositori
di chi più scaltramente riesce ad accusare gli altri.
L’altro fine (di questo aiuto), meno esplicito,
e mettere in quel posto
proprio il dito di cui sopra
sempre al cittadino sopra descritto.
Ecco invece dove lo metto io
il mio dito bestemmiatore:
proprio in faccia a chi mi accusa.
Io mi difendo in questo modo.
Sono giullare, mica scemo.
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