Diconomi como s’eo noll’avesse.
Dicono de ‘l coraggio o la viltade?
Non sacciono ch’eo levomi s’eo cade?
Como faccio rade fiate e spesse.
Com’uno rustico in la citade,
argoglio e mitezza, sono desse
le mi’ peccata, c’ho già rimesse,
ma facciole spesse fiate e rade.
Nobile sono e figlio bastardo,
sudo lo ‘nverno e tremo l’estate,
presto di motti e di fatti tardo;
sì tutte le cose c’ho prefate
ho nascose e cantole da bardo
e facciolo rade e spesse fiate.
Commento:
Parlano come se io non ne avessi.
Parlano del coraggio o della paura?
Non lo sanno che mi rialzo quando cado?
Come faccio poche volte e molte volte.
Come un contadino nella città,
orgoglio o mitezza, sono questi
i miei peccati, che ho già confessato,
ma continua a farli molte volte e poche volte.
Sono un nobile e un figlio illegittimo,
sudo d’inverno e tremo d’estate,
veloce con le parole e lento ad agire;
così tutte le cose che ho già detto
le tengo segrete e le canto come un bardo
e lo faccio poche e molte volte.
"Mi piace""Mi piace"