“Solo di te voglio prendermi cura”
disse alla bambola il cuore sincero
“Per te diverrò soffice e leggero.
Sarò buono come frutta matura.
Sarò una rosa in piena fioritura.
Sarò un cuore infranto e un cuore intero.
Sarò la fiamma che arde su un cero.
Sarò la sorgente d’acqua più pura.
Per te sarò tutto quello che non sono,
perché solamente adesso l’ho capito.
Volevo libertà, ti chiedo perdono
perché essere libero non mi è servito.
Amica mia, voglio restituirti un dono:
cosa vuoi essere quando sarò uscito?”
Sulle occasioni mancate potrei scrivere un’enciclopedia, una voce per ogni volta che mi sono reso conto di quanto una cosa era importante un attimo dopo averla persa. Ai volumi scritti continuano ad aggiungersi altri volumi, però col passare del tempo ho imparato a non negarmi mai un ultimo tentativo, almeno di capire davvero quanto era importante la realtà a cui avevo rinunciato; questo perché credo che esista un momento di passaggio in cui la perdita è ancora solo una mia percezione, una scintilla di consapevolezza, è un istante molto breve, una situazione di equilibrio precario, la punta di un castello di carte. Esiste sempre un luogo mentale in cui non tutto è perduto per chi ha il coraggio di ammettere che sta per perdere tutto.
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