Il cuore si svegliò di soprassalto
circondato dagli astri luminosi.
“Vorresti domandare, ma non osi,
come hai fatto a giungere così in alto?”
Adesso sei nel cielo blu cobalto,
la tua casa, perché non ti riposi?
I tuoi desideri tanto preziosi
ti hanno condotto quassù con un salto.”
Così una stella parlò ai suoi pensieri
e poi chiese al nuovo astro lucente
“Piccolo cuore, dimmi cosa speri.”
“Voglio ritornare a casa e più niente.”
“Aspetteremo che un sogno si avveri
e sarai anche tu una stella cadente.”
Piccolo Cuore è finalmente arrivato dove voleva, ma continua a non essere contento. Non è un comportamento infantile? Un capriccio? Credo di sì, ma credo anche che sia un comportamento assolutamente umano. Forse è una componente caratteriale solo mia, non lo so, per natura tendo a perseguire fino alla fine tutti gli obiettivi che mi pongo, senza pormi troppo il problema se è quello che veramente voglio, la classica questione di principio insomma, in cui la domanda veramente importante non è “e se fallisco?”, bensì “e se ho successo?”, cioè cosa accade quando arrivato dove credevo di voler arrivare non ha più importanza se si vola o si cade?
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